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13 dicembre 2011

Vogliono far uscire anche i farmaci dalla manovra

Emendamento per “svuotare” l’articolo 32

Un emendamento dell'ultima ora è passato in commissione, è l'emendamento di delisting votato in blocco insieme a ICI e pensioni, Votato nel caos più assoluto.

Ora solo il governo puà cambiare la norma nel maxiemendamento che ha intenzione di presentare con la fiducia in aula.

L'emendamento approvato prevede  un abbassamento a 12.500 abitanti della soglia sotto la quale non scatteranno le liberalizzazioni (il decreto prevedeva 15.000 abitanti) e poi viene previsto che fuori dalla farmacia saranno vendibili solo farmaci senza ricetta.

Per individuarli viene demandato all'Aifa il compito di stilare una lista apposita di medicinali dell'attuale fascia C che potranno essere venduti in esercizi con requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi stabiliti da un decreto del ministero della Salute da emanare entro 60 giorni.

Nella lista dell'Aifa, che dovrà essere emanata entro 120 giorni sentito il Ministero della Salute e che sarà periodicamente aggiornabile, saranno inseriti i farmaci in fascia C, oggi con obbligo di ricetta, per i quali sarà consentita la vendita senza ricetta medica. Esclusi a priori dalla lista i medicinali con ricetta non ripetibile, gli stupefacenti e psicotropi, i farmaci del sistema endocrino (contraccettivi e ormoni) e quelli somministrati per via parenterale (inettabili).

Si tratta della più clamorosa marcia indietro da parte del Governo se non intervenisse. Ben più clamorosa di quella sui tassisti e le liberalizzazioni.

Tuttavia, aldilà dei contenuti, il MNLF e le associazioni rifutano completamente questa soluzione, perchè non si tratta di una soluzione. Non si può definire questa una riforma, nè liberalizzazione.

Ma semplicemente ABDICAZIONE alla casta.

Vogliamo sbagliarci, ma qualcuno (Catricalà, Giarda e lo stesso Monti), non hanno compreso sino in fondo come l'accettazione di questo emendamento sia un sistema per perdere quella credibilità sin qui ottenuta e la dimostrazione più lampante, di una debolezza di fondo nei confronti di chi detiene realmente il potere in Parlamento: lobby e corporazioni.

Qualcuno ha perso questa battaglia, vedremo chi, di certo la casta l'ha persa agli occhi dell'opinione pubblica.

I titolari di farmacia, se ripetiamo, l'emendamento diventasse legge, possono stare tranquilli, la partita è solo rinviata, noi non cederemmo mai.

Un cambiamento, rispetto all'orientamento iniziale che avrebbe un padrino politico il Pdl di Alfano e uno corporativo, anzi due: FOFI e Federfarma

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