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08 febbraio 2015

Farmacie: una ogni tre rivendite di tabacchi

La protezione dei monopoli italiani

Il Presidente del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti risponde alle dichiarazioni del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che per motivare la propria contrarietà al ddl concorrenza che si occupa di farmacie aveva affermato che il loro numero è superiore a quello delle caserme dei carabinieri.

"In Italia ogni tre rivendite di tabacchi c'è una sola farmacia". Così Vincenzo Devito, Presidente del MNLF, risponde alle dichiarazioni del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin scesa in campo a difesa del monopolio delle farmacie.

"L'opposizione del Ministro" , continua Devito, "è pretestuosa  e dimostra ancora una volta come gli interessi corporativi siano prioritari rispetto proprio a quei motivi sanitari che il ministro evoca per scongiurare riforme che toccano interessi consolidati.

"La sicurezza del paziente e il rischio di abuso dei farmaci", spiega il presidente del MNLF, "non esistono in quanto una eventuale liberalizzazione dei farmaci di fascia C, quelli con obbligo di ricetta che il cittadino paga di tasca propria, continuerebbero a venire dispensati da un farmacista regolarmente abilitato e laureato".
Il Ministro della Salute deve decidersi: o riconosce a questo professionista le competenze necessarie date da una laurea dello Stato Italiano per dispensare tutti i farmaci, oppure dichiara apertamente che l'Università italiana non è in grado di fornire queste competenze.

"Per quanto riguarda il rischio di abuso dei farmaci", prosegue Devito, "le paure del Ministro sono assolutamente infondate e fanno emergere una scarsa considerazione per il senso di responsabilità dei cittadini e dei medici. I farmaci oggetto dell'eventuale ddl concorrenza sarebbero prescritti da un medico e solo con la ricetta potrebbero essere acquistati. Quindi niente abuso di farmaci perché i farmaci si prendono se ci sono patologie in corso e non per fare shopping".

"Queste dichiarazioni", conclude Devito, "sono le stesse che furono utilizzate dai titolari di farmacia per opporsi alla liberalizzazione dei farmaci da banco, eppure non ci risulta che dal 2007 ad oggi siano aumentati i consumi o le patologie iatrogene da un cattivo uso dei medicinali".

A dieci anni dalla riforma “Bersani” che ha permesso la vendita dei prodotti Sop nelle parafarmacie e nella Gdo, oltre il 90% del mercato, sia in volumi che in valori, continua a passare per il canale delle farmacie tradizionali, nessuna farmacia ha dovuto chiudere per questa riforma. Mentre i prezzi dei farmaci da banco non seno cresciuti e in alcuni casi sono diminuiti, i prezzi dei farmaci con obbligo di ricetta a carico dei cittadini non hanno goduto dei vantaggi concorrenziali perché le farmacie non erano stimolate dalla presenza di un canale alternativo. Inoltre, malgrado la legge lo imponga, non sempre in farmacia viene segnalato al cittadino della possibilità di utilizzare il farmaco equivalente e questo è uno dei motivi della scarsa diffusione dei farmaci generici in Italia.

Il Governo deve decidere se introdurre in questo settore finalmente elementi di equità ed opportunità e mettere definitivamente la parola fine al connubio tra interessi corporativi ed interessi politici.
 

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