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18 febbraio 2015

AIFA: i paladini delle corporazioni

I dati dell'Agenzia del farmaco letti per tesi precostituite

L'AIFA ha ieri emesso un'analisi sulla spesa e sui relativi consumi dei farmaci con obbligo di ricetta e senza prescrizione (SOP e OTC). In questa analisi s'intende dimostrare che le liberalizzazioni non hanno portato alcun vantaggio per i cittadini. Il MNLF dimostra come i numeri riportati nell'analisi siano stati utilizzati per suffragare tesi precostituite.

Lo sappiamo che con i numeri si può dire tutto e il contrario di tutto, ma ieri l'AIFA nello slancio a difesa delle corporazioni ha esagerato mettendo a segno un vero e proprio autogol. Contraria da sempre a qualsiasi ipotesi di liberalizzazione, ha provato a cambiare le carte in tavola dando un'interpretazione tutta di parte dei dati relativi ai consumi e alla spesa degli italiani sui farmaci con obbligo di ricetta e da banco (SOP e OTC).

L'intento dell'AIFA è chiaro: far credere che le liberalizzazioni non portano vantaggi ai cittadini.

Uno studio però meno frettoloso dei dati portati a sostegno di questa tesi cara ai farmacisti titolari di farmacia avrebbe suggerito un più di cautela. Dice l'AIFA: i consumi di tutti i farmaci a pagamento (con o senza obbligo di ricetta) sono calati, ma quelli da banco oggetto delle liberalizzazioni del 2006 meno.
Sbagliato e in maniera grossolana. I consumi dei farmaci da banco dal 2006 al 2011 sono rimasti sostanzialmente stabili, anzi sono leggermente diminuiti (-4%), poi nel 2012 c'è stato lo switch dei medicinali, ovvero il passaggio di alcuni farmaci con obbligo di ricetta a senza ricetta medica, ed è quindi chiaro che il consumo di quel farmaco spostato a senza ricetta si è aggiunto a quelli da banco. Quindi i consumi dei farmaci con obbligo di ricetta sono diminuiti e quelli da banco aumentati, ma non perché gli italiani ne hanno consumati di più, semplicemente per il loro spostamento da un regime all'altro.

La vecchia novella di Trilussa sui polli è sempre valida.


Inoltre, l'AIFA sostiene che i prezzi dei farmaci da banco è aumentato in misura maggiore di quelli con obbligo di ricetta. Sbagliato anche questo. La spesa dei farmaci da banco sino al 2011 è aumentata in sei anni dello 0,9%, ovvero ogni 10 euro di spesa l'aumento è stato di 90 centesimi. Sino ad allora non era stato così per i farmaci con obbligo di ricetta ove l'aumento nello stesso periodo (2006/2011) la spesa in milioni era aumentata  quasi del 5% (4,9%). Poi nel 2012 con il trasferimento di alcuni farmaci con obbligo di ricetta a senza prescrizione medica si è avuto l'aumento della spesa per i farmaci da banco e la fisiologica diminuzione per quelli con ricetta.

Questi i dati obiettivi e certificati dalla stessa AIFA che, invece di fare l'arbitro come gli compete, entra nelle scelte politiche del Governo con tesi precostituite e leggendo gli stessi dati come gli fa più comodo.

Al Direttore Generale dell'AIFA Luca Pani un consiglio: è vero che la matematica è un'opinione, ma suvvia, non esageri.
 

 

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