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13 giugno 2015

Audizione MNLF: serve un sistema duale

Emendare l’art. 32 del ddl concorrenza

L'articolo 32 del DDL concorrenza, lo diciamo subito, non ci piace. Così inizia l'audizione del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti davanti alle Commissioni riunite Finanzaee Attività Produttive presieduta dall'On. Daniele Capezzone.

I liberi farmacisti hanno consegnato un documento che ha accompagnato la loro relazione

Gli obbiettivi di lungo periodo di natura macroeconomica di crescita del Pil è quelli di medio periodo come l`aumento concorrenziale, la contendibilita` dei mercati e la tutela dei consumatori non verranno raggiunti con questo testo.

Sì all’aumento del livello di concorrenza nel settore della distribuzione del farmaco ma no all'entrata nel settore delle società di capitale e alla rimozione del limite delle 4 licenze, attualmente permesso alle stesse società. “Questo non per un pregiudizio intellettuale”, ma perché “far entrare le società di capitale in un monopolio significa trasformarlo inevitabilmente in un oligopolio ed ingessare ancor più il mercato”.

L’obiettivo, per il Movimento nazionale liberi farmacisti, deve essere quello di “individuare percorsi di crescita economica e reale allargamento del livello concorrenziale del settore. Le liberalizzazioni sono una necessità ineludibile rispetto ad una situazione economica nazionale che rimane difficile e stenta ad entrare in una fase di crescita stabile e robusta”. Mnlf rifiuta, poi, ogni timore dei titolari di farmacia sulla sostenibilità economica delle farmacie. “Nessun soggetto già presente nel mercato subirà danni che lo porteranno alla cessazione della propria attività”, afferma, sostenendo che “una eventuale liberalizzazione dei farmaci di fascia C con obbligo di prescrizione porterebbe ad un decremento di fatturato medio per le farmacie che oscillerebbe tra i 45/55 euro al giorno. Cifre che non consentono di fare previsioni "catastrofiche" di chiusura/fallimento di nessuna farmacia, tantomeno di quelle rurali. E' di pochi giorni fa la pubblicazione degli studi di settore 2014 da parte del Ministero dell'Economia e relativi ai redditi 2013.

I redditi dei farmacisti titolari sono secondi solo a quelli dei notai con un incremento sensibile rispetto alla precedente rilevazione (da 90 a 97 mila euro l'anno).

Chi dice che aumenteranno i consumi dice il falso perché la domanda non è elastica ma legata alla prescrizione medica.

Il Decreto Storace del maggio del 2005 che ha tolto il prezzo fisso sui farmaci d'automedicazione dando la possibilità alle farmacie di praticare sconti è la cartina al tornasole di come non basta fare una riforma se non si ha una visione concorrenziale del nuovo sistema che si andrà a creare. Dal decreto Storace al Decreto Bersani le farmacie che praticavano sconti erano in numero esiguo. Con il Decreto Bersani i consumatori hanno potuto godere di risparmi consistenti.

Perché questo è accade?

Accade perché dove si stabilisce un sistema duale di concorrenza: da un lato le farmacie, dall'altro parafarmacie e GDO c'è vantaggio per i consumatori.

Lo stesso meccanismo funziona per i farmaci generici: dove c'è concorrenza, Fascia A, il loro uso e i risparmi connessi aumentano, dove non c'è concorrenza, Fascia C, non c'è crescita.

Allo stesso modo per i farmaci di fascia C con obbligo di prescrizione a carico dei cittadini, pur essendo già oggi in vigore per le farmacie la possibilità di praticare sconti rispetto al prezzo massimo fissato dal produttore sono poche le farmacie che lo praticano e per valori minimi.

E' necessario anche in questo settore introdurre un sistema duale di confronto della concorrenza a vantaggio dei cittadini dando la possibilità agli esercizi in cui è presente un farmacista di dispensare anche questi farmaci. E' necessario liberalizzare.

Nulla osta ad un provvedimento di questo tipo, la sicurezza per i cittadini sarebbe la stessa delle farmacie essendo presente lo stesso laureato ed abilitato che ivi opera, i controlli di uguale portata e periodicità, le specifiche tecniche medesime.

La portata limitata in valore del settore oggetto del provvedimento esclude qualsiasi ricaduta sull'efficienza del sistema che, al contrario, riceverebbe un ulteriore impulso al miglioramento del livello concorrenziale del settore.

Infine, ma non ultimo, la liberalizzazione dei farmaci di fascia C porterebbe equità in settore ove tale valore è assai poco diffuso.

Lo Stato utilizza fondi pubblici per preparare professionisti, per farli laureare,  metterli nelle condizioni di dare il massimo della loro professionalità è un dovere etico e morale inalienabile.

Sprecare il loro talento un delitto che il Paese non può permettersi.

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