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07 luglio 2015

Disoccupazione

Le responsabilità dei titolari di farmacia

Quando in una categoria professionale il numero dei precari o inoccupati di età inferiore ai 45 anni raggiunge il 23,5% (dato nazionale 12,4%) c'è evidentemente un problema.

Se a questo dato aggiungiamo che la crisi economica si è fatta sentire meno in farmacia rispetto ad  altri settori tanto che il primo trimestre 2015 si è chiuso con il segno più (2,8%), è lecito porsi alcune domande.

Perché i fatturati crescono, le ore di apertura al pubblico pure, ma aumenta il livello di disoccupazione e precarietà tra i farmacisti?

Qualcuno, pervicace et indefesso sostenitore del numero chiuso all'università, dimenticandosi che stiamo parlando di un monopolio di fatto, dà la colpa al numero troppo  elevato di laureati (in diminuzione quest'anno). Altri alla congiuntura economica.

Vincenzo Devito, presidente del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, ritiene che i livelli di disoccupazione e i più elevati livelli di sottoccupazione, siano dettati dai comportamenti irresponsabili di buona parte dei titolari di farmacia.

"Quando si ricorre in maniera sempre più massiccia ai contratti di tirocinio post-laurea, vero e proprio oltraggio professionale per chi deve già sostenere l'apprendistato pre-laurea, quando si fa un uso disinvolto del part-time, si utilizzano contratti atipici o si provvede a pagare con “voucher” (buoni lavoro) alcune ore a chiamata o, in alcuni casi, non siamo in presenza di vero e proprio "lavoro nero" , si può e si deve denunciare l'irresponsabilità".

In questo contesto l'attuale assetto legislativo della farmacia contribuisce a mantenere "congelate" le opportunità attraverso il continuo diniego alle riforme.

Bene ha fatto la Fofi a creare un portale per far incontrare domanda e offerta del mondo del lavoro ed altrettanto bene ha fatto a porre in discussione l'intero sistema previdenziale di categoria (ENPAF) la cui riforma totale  è ormai improcrastinabile come a più riprese aveva già evidenziato il MNLF.

Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti crede però che tutto ciò non sia sufficiente e propone una strategia più ampia per portare la piena occupazione nel settore.

  1. Liberalizzazione dei farmaci di fascia C
  2. Iniziativa parlamentare per abolire il tirocinio post laurea per i professionisti che già lo sostengono nel proprio corso di laurea.
  3. Iniziativa parlamentare per ampliare le opportunità di lavoro dei laureati in farmacia nell'insegnamento, nell'industria, nella ricerca, negli ospedali e in tutti quei settori dove le competenze professionali possono essere utilizzate.
  4. Riforma totale dell'Enpaf con la libera determinazione all'iscrizione per chi già possiede altra forma contributiva.
  5. Riforma totale del corso di studi universitario con un ampliamento delle materie che porti a laureati con un elevato livello di specializzazione più attinente alle esigenze emergenti del mercato del lavoro.
  6. Riforma dei corsi ECM che modifichi completamente l'attuale sistema di aggiornamento orientato esclusivamente all'acquisizione dei crediti e al business degli organizzatori e poco al reale profitto di apprendimento. Meno crediti e più qualità.
  7. Individuazione da parte delle istituzioni di categoria di vere e proprie linee guida finalizzate al miglioramento professionale sul consiglio per patologia, sui servizi forniti. sulle dotazioni strumentali utilizzate come già avviene in numerosi Paesi non solo europei.

Sette punti per far crescere la professione, creare nuove opportunità di lavoro ed innalzare il livello qualitativo delle prestazioni, sette punti per abbandonare definitivamente logiche corporative e riappropriarsi realmente di quel ruolo che la società italiana pretende dal farmacista italiano.

 

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