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26 gennaio 2016

Fascia C: i paraocchi dei conservatori

Replica alle dichiarazioni del Presidente della XII Commissione Senato

Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane rispondono alle dichiarazioni del presidente della XII Commissione Igiene e Sanità.

Il parere della XII Commissione Igiene e Sanità sul Ddl concorrenza e in particolare sul "fascicolo" farmaci e farmacie, non ci sorprende, malgrado molte voci dissonanti si siano alzate in favore di una apertura del settore dei farmaci con ricetta pagati direttamente dai cittadini.

Quello che sorprende è il tono usato dal presidente Emilia Grazia De Biasi per difendere le posizioni assunte.
La De Biasi, dimenticando gli sforzi e il rischio intrapreso da chi a scommesso sulla propria professione, afferma che i titolari di parafarmacie, ma noi amiamo chiamarle farmacie non convenzionate, avrebbero i paraocchi perche "non si rendono conto che, qualora le società dei capitali entrassero in farmacia in maniera incontrollata e la fascia C uscisse dal canale farmacia, le parafarmacie sarebbero le prime a scomparire, mentre gli unici a guadagnarne sarebbe la grande distribuzione".
La De Biasi non rammenta che l'entrata dei capitali in farmacia è stata sostenuta e voluta fortemente proprio dal sindacato dei titolari di farmacia. Solo ora, dopo la manifestazione di dissenso interno si stanno proponendo paletti che comunque non cancellano la sostanza.

Per quanto riguarda la fascia C si ricorda alla De Biasi che il mercato investito dall'eventuale liberalizzazione ha dimensione ridotte e la perdita media per le farmacie sarebbe molto contenuta (45/55 euro/die) e tale da non pregiudicare l'attività di nessuno. Inoltre, le garanzie per i cittadini sarebbero le stesse fornite da quel professionista laureato ed abilitato che opera in farmacia.
"Il sistema italiano funziona meglio rispetto a quello di altri Paesi dove c'è la liberalizzazione" dice la De Biasi, dimenticando che Germania ed Inghilterra, ove esiste la libertà di esercizio, non sono certo secondi all'Italia. Provi la De Biasi a chiedere un farmaco senza ricetta in questi Paesi e vedrà cosa rispondono.

La De Biasi deve avere maggiore rispetto per chi ha scelto la via del libero esercizio della professione, lo stesso rispetto che si da ai medici a cui questa scelta non è negata da una legislazione, quelle attualmente in vigore per le farmacie,  monopolista ed autoreferenziale.
Certo, la farmacia svolge un ruolo importante per lo Stato, ruolo che nessuno mette in discussione, ma libertà deve esserci là dove i farmaci sono pagati direttamente dai cittadini.

Vorremmo ricordare con estremo rispetto alla De Biasi che nel 2013, data delle ultime elezioni, il partito a cui appartiene si presentò con un programma dal titolo "Italia giusta" ove al capitolo libertà si leggeva: " Noi vogliamo liberare le energie della creatività e del merito individuale contro le chiusure corporative e familistiche della società italiana".
A volte non è sbagliato ricordare su quali basi gli elettori hanno dato la propria preferenza.
 
 

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