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31 marzo 2016

Le bufale di Federfarma e della PGEU

L’arte della mistificazione

Nel "goffo" tentativo di portare "acqua al proprio mulino" Federfarma e PGEU che è la diretta emanazione europea delle associazioni di titolari di farmacia, quindi non proprio una organizzazione indipendente, hanno pubblicato un rapporto subito ripreso dall'associazione di titolari "casalinga".

Sarà per la fretta o la voglia di avere conferma delle proprio tesi, ma entrambi incorrono in un errore grossolano, reso ancor più marchiano dalla seguenti affermazioni: "La farmacia italiana è ai primissimi posti tra i Paesi europei per dotazione di personale laureato: in media si contano 3,9 camici bianchi per punto vendita, subito dietro ai 4,18 delle farmacie austriache e ben davanti ai 3,47 del Lussemburgo (3,47), che completa il podio". (sito Federfarma)

E ancora: "Dato che la Federazione nazionale dei titolari di farmacia offre come spunto di riflessione per chi vorrebbe liberalizzare o rivoluzionare il servizio farmaceutico italiano e porta come esempio Germania e Regno Unito. “Visto che organici più estesi portano a un servizio professionalmente migliore – si legge sul sito – non si può non citare Corte di giustizia Ue e Corte costituzionale quando dissero che la pianta organica e l’esclusiva sul farmaco con ricetta, rappresentano il corrispettivo che il legislatore riconosce alle farmacie in cambio del servizio altamente qualificato che tali esercizi erogano. Il Report del Pgeu non fa altro che fornire una piccola “misura” di tale livello qualitativo”.

Peccato che tutto ciò sia frutto di una "bufala" colossale in quanto il rapporto tra numero di farmacisti per farmacia è ottenuto "Sic et simpliciter" dividendo il numero di farmacisti per il numero di farmacie presenti in Italia (calcolato tra l'atro contando dispensari farmaceutici, farmacie stagionali e farmacie succursali) come se tutti i farmacisti italiani lavorassero in farmacia.

Purtroppo per Federfarma non tutti i farmacisti italiani lavorano in farmacia, alcuni lavorano nell'industria, altri nell'informazione medico-scientifica, altri negli ospedali e, piaccia o non piaccia molti lavorano appunto nelle parafarmacie.

"Giochetti" questi che resistono il tempo di un soffio di vento, ma che la dicono lunga sul livello di mistificazione di chi li fa.

Per quanto riguarda Corte di Giustizia e Corte Costituzionale lo si ripete ancora una volta, queste istituzioni si esprimono sulla correttezza delle leggi rispetto alla normative in corso, non impediscono alla politica di cambiarle.

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