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30 giugno 2017

Ddl concorrenza: legge per lobby e corporazioni

Approvato alla Camera - seconda lettura

Governo e partiti di maggioranza approvano una legge per la concorrenza che di concorrenza ha solo il titolo.
Doveva essere un provvedimento in favore dei consumatori ed è finito per essere una legge in favore di lobby e corporazioni, ove ogni articolo è stato scritto sotto dettatura del potentato di turno.
La logica del "meglio che niente" in questo caso non vale perché in vari punti si ha un netto peggioramento del livello pro concorrenziale con la rinuncia a 500/900 milioni anno di risparmi per i cittadini.
In realtà si tratta di una legge che restaura privilegi e in taluni casi li ampia a dismisura.
I temi delle assicurazioni e delle farmacie ne sono l'emblema più significativo.
 
Il maggiore partito di governo ha mutato pelle e questo provvedimento ne certifica l'avvenuta mutazione. Accantonati i valori di eguaglianza e pari opportunità perché non ritenuti sufficientemente "moderni", hanno abbracciato quelli legati ai potentati che nel caso delle farmacie si chiamano multinazionali.
 
Un monopolio, quello delle farmacie italiane, si sta per trasformare in un oligopolio senza ombra alcuna di concorrenza.
 
Partner e correi il sindacato delle farmacie italiane che in una visione miope e paranoica hanno preferito l'entrata del grande capitale sulla scena piuttosto che concedere a molti colleghi di esercitare liberamente la professione attraverso la liberalizzazione della fascia C.
Il cambio di guida in Federfarma non ha giovato per un ripristino della logica limitandosi tardivamente ad un tentativo velleitario di limitare i danni.
Danni che grazie anche al Ministro della Salute Lorenzin non tarderanno a manifestarsi.
 
Da "rottamatore" a "restauratore" non ci sembra una evoluzione da fare invidia per il padre di questo provvedimento: Matteo Renzi
 
Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti da un giudizio negativo e senza appello al Ddl concorrenza appena approvato ed invita le associazioni dei consumatori e i singoli cittadini a manifestare il proprio dissenso sia pubblicamente che alla prossima tornata elettorale.
 
Per tutto c'è un prezzo da pagare (elettorale), quello di aver scelto di stare dalla parte di lobby e corporazioni sarà altissimo.

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