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06 settembre 2017

Parafarmacie: no a sanatorie o riassorbimenti, ś al libero esercizio della professione

E' davvero sorprendente come periodicamente nel mondo variegato dei farmacisti italiani sbuchino "santoni e taumaturghi" pronti a promettere miracoli e soluzioni definitive ai tanti problemi della categoria.

Ora è il turno delle parafarmacie, dove alcuni vorrebbero un "riassorbimento" del proprio esercizio, ovvero la trasformazione in farmacia, attraverso una graduatoria speciale a loro riservata.

Ma le sorprese non finiscono qui, perché ai vertici di questo fantomatico comitato anticrisi, come in precedenti rappresentanze, risultano esservi assegnatari di sede farmaceutica in attesa di aprire o che hanno già aperto e con più di un esercizio di parafarmacia in capo.
Si dicono contrari alla fascia C, dimentichi che fu proprio grazie alla battaglia sulla fascia C di un'ampia area liberale durante il governo Monti che oggi questi signori sono vincitori di sede farmaceutica.

Chiedere che il professionista laureato ed abilitato possa dispensare tutti i farmaci, indipendentemente da dove esso operi, è sacrosanto, ma giustificare la richiesta di essere ammesso a far parte della "casta" perché questo non è ancora avvenuto è una inaccettabile forzatura. Nessuno al momento della liberalizzazione dei farmaci da banco aveva promesso nulla, aprire un esercizio di vicinato è stata una decisione autonoma, un modo diverso d'interpretare la professione attraverso l'esercizio libero delle proprie capacità.

Si sa la memoria in politica è corta, ma quando tale deficit viene coniugato con speculazioni a difesa dei propri interessi diventa veramente difficile far finta di nulla ed appare chiaro perché l'interesse di alcuni titolari di farmacia proprietari anche di parafarmacia attraverso prestanome, sia elevato nei confronti dell'emendamento.

La Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane, che rappresenta e tutela solo i farmacisti non titolari di farmacia aderente al Movimento Nazionale Liberi Farmacisti ribadisce ancora una volta, come già accaduto in passato, che il riassorbimento o qualsivoglia altra forma di sanatoria, non esiste perché sono proprio la stragrande maggioranza delle parafarmacie a non volerla, comprendendo come essa sia non solo irrealizzabile sotto il profilo giuridico e rispetto alla reale volontà politica, ma offra ad alcune forze politiche il modo per "smarcarsi" dalle proprie responsabilità e, in vista dei prossimi impegni elettorali, continuare ad illudere i colleghi.

Lo sottolinea anche Vincenzo Devito, presidente del MNLF: "L'emendamento Fregolent è il mezzo attraverso il quale si cerca di recuperare consenso dopo il clamoroso cambio di rotta avvenuto durante la discussione del Ddl concorrenza. La maggioranza delle parafarmacie italiane non sa che farsene delle promesse elettorali e chiede a gran voce il libero esercizio della professione". Chiede il rispetto della propria dignità professionale che non significa andare con il "cappello in mano" dal politico di turno, ma veder riconosciuto il proprio ruolo sociale e la propria capacità di offrire nuovi servizi ai cittadini, significa battersi perché finalmente l'Aifa proceda a quella revisione della lista dei farmaci con obbligo di ricetta, già legge,  e si adegui ad altre realtà europee.

Significa non cercare scorciatoie irrealizzabili ma battersi perché i propri diritti vengano riconosciuti.
 

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