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26 settembre 2017

Giu' le mani dalle parafarmacie

No alle proposte Federfarma

"Timeo Danaos et dona ferentes", così Vincenzo Devito citando dall'Eneide la frase che Laocoonte pronuncia ai Troiani per non far entrare il cavallo di Troia nella città, commenta le ultime vicende legate alle parafarmacie.

Intorno al Ddl Lorenzin si sta giocando una "sporca" partita e complice l'ingenuità politica di alcuni colleghi che rappresentano solo se stessi, si cerca di azzerare l'esperienza delle parafarmacie in Italia tutt'altro che fallimentare.

Federfarma ci riprova e, malgrado abbia cambiato gruppo dirigente, coglie l'inesperienza di alcuni e prova a riportare indietro nel tempo le lancette della concorrenza in Italia, eliminando le parafarmacie.

Una miopia strategica che continua dopo la fallimentare esperienza del Ddl concorrenza ove tanto impegno non era stato profuso nell'opporsi all'entrata delle multinazionali, segno che a qualcuno la scelta del Governo Renzi prima e Gentiloni poi, non è dispiaciuta.

Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria delle Libere parafarmacie italiane esprimono un no secco e senza possibilità di mediazione a tutte le proposte di Federfarma.

No al blocco delle nuove autorizzazioni per aprire parafarmacie, no all'eliminazione dell'obbligo del farmacista per nessun principio attivo, no a riassorbimenti o modifiche del concorso straordinario.

La liberalizzazione dei farmaci Sop e Otc, nonché la vendita di tutti i farmaci veterinari e la possibilità di preparare galenici senza prescrizione nelle parafarmacie sono conquiste di libertà in favore dei consumatori che hanno visto calmierare i prezzi e migliorare la qualità dell'offerta.
Inoltre, sono stati creati migliaia nuovi posti di lavoro  proprio quando la farmacia non assumeva o  faceva ricorso a contratti precari o a tempo determinato.
Questa organizzazione ne rivendica, insieme ad altri, la paternità e non starà certamente con le mani in mano, mentre altri tentano di tornare al passato di un monopolio totale ed assoluto

Altro che fallimento, le parafarmacie dovrebbero essere ringraziate ogni giorno per aver fatto da "ammortizzatore sociale" ad una crisi occupazionale creata ad arte dalle farmacie al fine di compensare i minori introiti derivati dal Ssn risparmiando sui dipendenti con contratti al limite dello schiavismo.

Per quanto riguarda coloro, pochi, che tentano di trasformare i propri esercizi in farmacie attraverso agevolazioni nei concorsi nessuna comprensione, paradossalmente tutti i farmacisti italiani non titolari potrebbero chiedere un risarcimento perché è stato loro impedito il libero esercizio della professione dopo che l'esame di stato aveva sancito loro la qualifica di liberi professionisti.

Le parafarmacie italiane sono una esperienza positiva di libertà che va rafforzata a cominciare da un "robusto" delisting con relativo passaggio di farmaci con obbligo di ricetta a senza prescrizione medica per principi attivi di consolidato uso. Misura questa su cui l'Aifa è già in netto ritardo e che non farebbe altro che ratificare e riportare negli argini della legalità ciò che avviene tutti i giorni in farmacia ove questi medicinali sono sistematicamente consegnati senza ricetta medica quando la legislazione lo impedirebbe.
Inoltre, andrebbero rafforzati tutti i servizi alla popolazione, eliminando quegli ostacoli "corporativi" che ne impediscono lo sviluppo, con particolare riferimento alle autoanalisi (alcune regioni le impediscono), la consegna in convenzione di prodotti per i celiaci, per l'incontinenza, le teleprenotazioni di analisi e visite specialistiche. Tutti servizi per i cittadini a costo zero per lo Stato, tutti servizi per diagnosi precoci e facilitano la vita di chi deve tutelare la propria salute pagando di tasca propria

Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione delle Libere Parafarmacie Italiane hanno costituito una Commissione che ha un solo compito: studiare forme di protesta e disobbedienza civile se le proposte Federfarma dovessero trovare sponda politica. Tra le misure all'attenzione della commissione i contributi per l'iscrizione all'Ordine ed Enpaf.

Il sindacato dei titolari di farmacia e comitati affini non rappresentano i farmacisti italiani ma solo i propri particolari interessi, la politica si occupi di come ampliare i confini di libertà dei cittadini invece di rincorrere le sirene "stonate" del consenso elettorale.

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