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17 settembre 2018

Riunione FOFI su concertazione

Non è la sede appropriata per mediazioni

Quello che segue è il documento letto e presentato quest'oggi al Presidente FOFI Andrea Mandelli e al Comitato Centrale. Documento presentato in accordo con Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane (FNPI) e la Federazione Farmacisti e Disabilità Onlus (FederFarDis).

 

Nel ringraziarvi per l'ospitalità cercherò di illustrare, all'interno dei confini dettati dal mandato che ho ricevuto dal mio direttivo, la posizione del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (MNLF) e della Confederazione Unitaria delle Libere Parafarmacie Italiane (CULPI).

Un mandato dettato dall'assenza dell'oggetto di questa riunione e dal generico riferimento agli Stati Generali delle parafarmacie avvenuto lo scorso primo luglio. Occasione ove le posizioni degli organizzatori e dei partecipanti sono stati esplicitate in maniera chiara e forte.

La posizione che vado ad illustrare, oggi testimoniata in modi diversi nel rispetto delle reciproche autonomie, trova concordi anche la Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane (FNPI) e la Federazione Farmacisti e Disabilità Onlus (FederFarDis), qui rappresentati nella figura dell’avvocato Maria Vittoria La Rosa, a testimonianza di un percorso comune di rappresentanza e di unità già in essere, percorso che le Associazioni da me rappresentate vogliono approfondire condividendone le finalità.

MNLF e Culpi, che mi hanno affidato questo incarico, sono da sempre per la rimozione netta di qualsiasi barriera all'esercizio della professione, in accordo completo con le istanze portate avanti da FNPI e FederFarDis, questo significa in termini pratici: libertà di dispensazione dei farmaci con obbligo di ricetta anche nelle parafarmacie da parte del farmacista.

Già nel lontano 1999, concretizzatosi poi nel progetto di legge Carella del 2002, abbiamo indicato per primi la maniera e la forma precisa di come questo doveva avvenire.
Attraverso la farmacia non convenzionata.

Ora non sappiamo quale sarà la scelta del Governo e della maggioranza, ma tutte le scelte che andranno in quella direzione troveranno il nostro appoggio e quello di chi condivide tale proposta.

Con riferimento alla riunione di oggi noi riteniamo che questa non sia la sede adatta ove costituire tavoli di concertazione o cercare compromessi.
La sede più opportuna riteniamo essere quella politica.

Tale convincimento non nasce da posizioni ideologiche o di preconcetto, queste organizzazioni sono sempre pronte a dare il proprio contributo a soluzioni migliorative del profilo strettamente professionale del farmacista, questo convincimento nasce dai fatti e dall'esperienza che non può essere ignorata.

Alla F.O.F.I., e ai gruppi dirigenti che si sono alternati dal 2007 ad oggi, lo diciamo senza alcuna animosità, ma con asciutta serenità, dei farmacisti che operano negli esercizi di vicinato non è mai importato nulla. Tale parte della categoria è stata sempre vissuta più come un "urticante" problema, che come un'espressione di malessere interno alla categoria. Lo stesso atteggiamento è stato tenuto rispetto al quadro di profonda iniquità che regola le opportunità d'intraprendere di gran parte dei farmacisti italiani: quelli nati con la camicia sbagliata.

I fatti sono molteplici e ne potremmo fare un lungo elenco: dalla raccolta di firme contro il decreto Bersani da parte di un autorevole rappresentante di questa istituzione, alla scarsa opposizione, se non palese sostegno, rispetto ai tentativi di cancellare la figura del farmacista negli esercizi di vicinato, al ruolo svolto e documentato da numerose interviste durante l'iter di approvazione del "Cresci Italia", alle scelte operate da alcuni ordini durante l'individuazione delle sedi nel concorso che ne seguì, che lo vogliamo ricordare a tutti fu istituito per non dare la fascia C.

Il rispetto reciproco c'impone di tacere rispetto ai numerosi contatti avuti da questa istituzione con i referenti politici durante queste scelte legislative perché nulla o quasi cambiasse. Contatti di cui naturalmente non solo i partecipanti ne hanno avuto contezza.

Gli spazi ottenuti, infatti, sono solo il frutto,  "indigesto" ad alcuni, delle lotte realizzate, valga per tutti la possibilità di vendere i prodotti veterinari e la galenica, frutti che rivendichiamo apertamente.

Riteniamo legittimo domandarci perché sempre nei momenti di minor appeal politico, per chi intende conservare l'attuale status, si cerchi la convergenza. Per chiedere unità d'intenti bisogna condividere una visione, bisogna avere una visione comune, a noi sembra che questa non ci sia.

Non siamo disponibili a tavoli di trattativa o studio perché, come avvenuto in passato, questi hanno un solo scopo: allungare i tempi e portare al ribasso le scelte di riforma. Siamo assolutamente contrari ed inflessibili su qualsiasi ipotesi di sciagurato riassorbimento o peggio ancora a "scambi" vergognosi tra riforme parziali e blocco dei codici univoci.

La sede più opportuna, lo ripetiamo è quella politica.

Su tutti gli altri temi riguardanti l'attività professionale siamo pronti a dare il nostro contributo. Mentre, se vogliamo moltiplicare le occasioni di confronto, avete il merito di aver costruito FarmacistaPiu' , usiamo questa occasione non per dibattiti autoreferenziali, ma per discutere e confrontarsi apertamente, senza tenere al margine chi rappresenta davvero parti cospicue della categoria.

Ci permettiamo di suggerire, visto che il tema del lavoro è di comune interesse, di guardare con maggiore attenzione alla creazione di nuove opportunità lavorative, l'esempio del disegno di legge presentato in Puglia, che non riguarda solo una parte dei farmacisti, ma indistintamente tutti, potrebbe essere una buona strada ove operare insieme se rapportato anche a livello nazionale.

Per il resto la nostra posizione è chiara e sostenuta dal peso dei nostri iscritti, tutti regolarmente registrati attraverso moduli ove si esprime inequivocabilmente la propria adesione. Volontà che è successivamente confermata.
Posizione condivisa anche da altre organizzazioni con cui cercheremo di confrontarci per una azione comune e una oggettiva unità d'intenti.
 

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