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14 maggio 2019

Relazione Mandelli: visione ferma su posizioni autoreferenziali

Poche luci, molte ombre

Molte ombre e poche luci nell relazione del Presidente Mandelli al Consiglio Nazionale della FOFI.
Così Vincenzo Devito, presidente del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e a nome delle Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane commenta il contenuto dell'intervento.
"Noi siamo e rimarremmo sempre al fianco della Federazione quando vengono chiesti nuovi compiti e nuovi ruoli per il farmacista italiano, quando si chiede di esplorare la possibilità di mutuare da altre esperienze l'evoluzione del farmacista prescrittore. Sosterremmo sempre, così come fatto in passato, una nuova remunerazione della farmacia non più solamente basata sul prezzo dei farmaci ma attraverso un mix che preveda anche i servizi erogati.
Noi siamo pronti a fare la nostra parte.
Ma non si può tacere come tutta l'attuale politica federale sia erroneamente appiattita sull'istituto della farmacia.
Qui si sta giocando con un'unica fische, quella della farmacia dei servizi,  il futuro del farmacista italiano.
Sicuri che la fische  giocata alla roulette produrrà occupazione, crescita professionale e un nuovo ruolo del farmacista italiano.
Nel contesto dell'economia italiana e di una crescita vicina allo zero, appare un rischio eccessivo e pericoloso, questo anche alla luce di altri competitors sottovalutati, vedi accordo Regione Lombardia con i medici di medicina generale.Tanto più che gli attuali servizi offerti dalla farmacia italiana maggiori occupati non li hanno affatto creati.
Il Presidente della FOFI deve allargare la propria visione, togliersi gli abiti di titolare di farmacia e ampliare l'orizzonte di sviluppo della professione di farmacista.
Non c'è solo la farmacia tra gli sbocchi professionali del farmacista.
Se si parte da questo assunto allora risulta più facile comprendere come sia stato un errore rinunciare alla battaglia per il farmacista nutrizionista, come continui ad essere un errore cercare di cancellare le parafarmacie, come rappresenti grave pecca ignorare la proposta di obbligare tutte le strutture di cura e ricovero private in cui si dispensa il farmaco ad avere nel proprio organico un farmacista.
Errori di superbia non sappiamo, certamente a nostro avviso errori gravi.
Come è grave che nella sua relazione il Presidente Mandelli non faccia alcun chiaro cenno al fatto che da 6 anni e 103 giorni sia scaduto il contratto dei farmacisti dipendenti di farmacia privata, farlo nel massimo consesso della categoria e non in comunicati stampa "spot" avrebbe avuto tutto un altro peso.
Altrettanto grave è, a nostro avviso, che si provi ancora una volta a far passare le parafarmacie italiane come anomalia fallimentare, quando anche la Francia sta osservando con attenzione a questo modello e, contemporaneamente,  tutti i dati, proprio tutti, danno le parafarmacie italiane, non la GDO,  in crescita sia come volumi che come valori con la migliore performance del settore.
Crescita non solo di fatturati, ma anche etici come dimostrano le recenti proposte rese pubbliche agli Stati Generali.
E' grave, se non gravissimo, che il Presidente nazionale dei farmacisti italiani, che si dovrebbe occupare notte e giorno di come aumentare gli occupati, non abbia di meglio che proporre in buona sostanza limiti all'iscrizione alla facoltà di farmacia.
Proposta questa che nasce, come da noi dimostrato in VII Commissione Cultura, da dati artificiali, non reali del fabbisogno di farmacisti per i prossimi anni e alla cui redazione la stessa F.O.F.I ha partecipato in maniera diretta.
E' vero la F.O.F.I. non era favorevole all'entrata del capitale privato, ma con altrettanta onestà intellettuale il Presidente dei farmacisti italiani dovrebbe indicare chi fiancheggiò e continua a farlo questa discutibile scelta.
Oggi sentiamo parole come oligopolio, quando nel 2015 insieme a pochi altri pronunciavamo queste parole avvertivamo attorno a noi solo flebili bisbigli, perché voce ben più tonante era dedicata ad impedire che farmacisti laureati ed abilitati potessero esercitare pienamente la propria professione anche fuori dalle "sacre" mura della farmacia.
Inoltre, proporre tavoli in cui il titolo, lo svolgimento e la conclusione del tema è già prefissato, non è una cosa da persone serie ed infatti le persone serie hanno disertato quei tavoli.
E' necessario fare uno sforzo, è necessario capire anche le ragioni di chi non è d'accordo con il proprio pensiero e, quando si ricoprono cariche pubbliche, essere pronti anche a subire contestazioni, perché essere presenti, ascoltare con la voglia di farlo è sempre un fatto positivo.
Questo l'ex presidente Leopardi lo sapeva bene.
L' On. Andrea Mandelli è il presidente dei farmacisti italiani non delle farmacie italiane, noi chiediamo in maniera educata, ma ferma, che si comporti di conseguenza.
 

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