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04 novembre 2022

Aprite la ricetta dematerializzata alle parafarmacie

Il TAR del Lazio intima al Ministero della salute e al MEF

La ricetta bianca dematerializzata (REB) è un positivo passo in avanti verso quell'auspicata digitalizzazione della prescrizione medica.  Viene utilizzata per tutte quelle prescrizioni che non sono a carico del S.S.N.. E' utile ai pazienti, ai medici e permette anche di tracciare tutti quei farmaci che fanno parte di terapie a lungo termine. Vi possono confluire sia farmaci con obbligo di ricetta che quelli senza obbligo di ricetta (SOP e OTC).
Quindi anche i farmaci che possono essere venduti dai farmacisti in parafarmacia.
Peccato che una lettura particolarmente burocratica della legge che l'ha introdotta rendesse impossibile l'accesso per le parafarmacie al sistema che gestisce la stessa ricetta elettronica.
A nulla sono valse le richieste ai due ministeri di risolvere la questione, i due ministeri semplicemente non hanno risposto.
Da qui la necessità di un'azione legale che molte parafarmacie hanno intentato sia contro gli uffici ministeriali che contro la Sogei, società che si occupa di gestire la parte digitale della ricetta dematerializzata.
Davanti al Tar del Lazio e difese dall'Avvocato Daniele Granara, le parafarmacie si sono viste accogliere il ricorso. Il Tribunale non ha solo intimato ai due Ministeri di permettere alle parafarmacie di accedere al sistema che gestisce queste ricette (STS - Gestione ricetta elettronica bianca), ma ha nominato, come richiesto dall'avvocato Granara, un commissario ad acta che controlli che ciò accada.
Ad alcuni osservatori distratti questo problema potrà sembrare troppo tecnico, ma in realtà è molto semplice: le parafarmacie non accedono alla ricetta elettronica perché viene loro impedito e di conseguenza non possono consegnare farmaci senza obbligo della ricetta che i medici possono riportare nella stessa. Praticamente sono tagliati fuori dal mercato con un danno alla concorrenza e agli utenti. Questo mentre l'articolo 97 impone che l'azione amministrativa si svolga in maniera imparziale.
Ora perché i due ministeri abbiano scelto di porre paletti alla libera concorrenza non è dato saperlo, certamente però è legittimo nutrire dubbi circa una lettura "di parte" in favore delle farmacie che da una situazione del genere ci hanno solo guadagnato.
Non vogliamo certo credere che dei "suggeritori" occulti abbiano dettato modi e comportamenti ai due Ministeri e alla stessa Sogei, ma certamente il comportamento è insolito.
Questa sentenza è importante perché permette alle parafarmacie di accedere in maniera attiva alla gestione di questo tipo di ricetta, ma è anche una sentenza importante perché ribadisce il carattere sanitario delle parafarmacie, ove, lo ricordiamo esercitano dei farmacisti laureati al pari di quelli presenti nelle farmacie. Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane che insieme ad altre associazioni hanno sostenuto i farmacisti che hanno intentato la causa, confermano la propria intenzione di continuare la propria attività affinché tra i farmacisti italiani siano eliminati tutti quei livelli di diseguaglianza che hanno profondamente diviso l'intera categoria, aldilà dell'immagine patinata che le istituzioni cercano d'imporre. Rimane comunque il fatto che non è del tutto normale ricorrere sempre ai tribunali per veder riconosciuti i propri diritti.
 

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